Ritardati pagamenti alle imprese:
si ripropone il malvezzo della pubblica amministrazione
Sembrava un problema ridimensionato, quello dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese, e invece si ripropone con forza quella che è sempre stata una cattiva abitudine della P.A., cioè quella di saldare i propri debiti ben oltre i termini di legge e di contratto, o comunque non in tempi ragionevolmente brevi.
Da diversi mesi, infatti, nonostante l’introduzione dell’obbligo della fatturazione elettronica anche per la pubblica amministrazione, numerosi enti pubblici non versano alle imprese creditrici i pagamenti delle spettanze per lavori eseguiti e forniture effettuate o per bandi di finanziamento aggiudicati. Il termine legale di 30 giorni è sostanzialmente ignorato.
Persino lo Stato, con i singoli Ministeri, costringe le imprese beneficiarie di agevolazioni a esporsi fortemente con le banche in attesa di pagamenti che tardano da lunghissimo tempo.
Leggermente migliore, ma pur sempre grave, è la situazione dei pagamenti a livello regionale e locale, con notevoli problemi per le imprese appaltatrici che stanno eseguendo opere pubbliche e che – paradossalmente – in molti casi non possono interrompere i lavori per la tutela della pubblica incolumità.
Queste e altre simili situazioni di ritardo nei pagamenti stanno creando notevole disagio alle imprese creditrici che sono costrette a ricorrere ai finanziamenti bancari per onorare, a loro volta, i debiti verso i dipendenti, i fornitori e soprattutto la P.A., quella medesima pubblica amministrazione tanto solerte nell’incassare i propri crediti quanto restia nel pagare i propri debiti.
La legge n. 37/2019, in vigore dallo scorso 26 maggio, cerca di porre rimedio alle procedure di infrazione avviate dall’Unione Europea contro l’Italia,, ma finora non ci è riuscita. I ritardati pagamenti spesso diventano debiti fuori bilancio delle pubbliche amministrazioni, con la conseguenza di essere più difficilmente pagabili.
“Circa un terzo delle nostre imprese – dichiara il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo – dichiara di vantare crediti nei confronti della pubblica amministrazione. I ritardi hanno raggiunto una dimensione pari a oltre il 50% del fatturato del settore, con conseguenze particolarmente gravi trattandosi di attività labour intensive. L’onere di tale situazione pone gravi problemi alle imprese per l’incidenza negativa sui programmi di investimento e sviluppo e per gli impropri oneri finanziari, spesso ben superiore al preventivato rischio d’impresa”.
Matera, 24 luglio 2019
Confapi Matera
Ufficio Stampa