Il direttore di Confapi Matera, Pasquale Latorre, ha chiesto un incontro al direttore generale della Asm, Rocco Maglietta, per analizzare gli effetti indotti, sul mercato locale, dalla normativa sugli appalti regolamentati dalla CONSIP – Concessionaria Servizi Informativi Pubblici.
In particolare, l’applicazione del sistema delle convenzioni quadro con la centrale acquisti nazionale, anche quando non ve n’è l’obbligo, e il mancato avvio operativo della centrale unica di acquisto regionale, creano gravi effetti distorsivi del mercato, con pesanti ricadute negative sulle piccole e medie imprese locali.
Infatti, in nome di un risparmio della spesa che in realtà è solo ipotetico, gli appalti di forniture di beni e servizi e di manutenzioni vengono affidati per il tramite della Consip, quindi di fatto a grandi imprese di fuori regione che, per bene che vada, li affidano in subappalto alle aziende locali, con il risultato di ridurne drasticamente lo spazio competitivo e i margini di guadagno.
Confapi propone di utilizzare comunque i prezzari di riferimento della Consip, in modo da raggiungere ugualmente il risultato del risparmio di spesa, senza tuttavia rivolgersi alla Consip ma utilizzando direttamente le imprese locali. Diversamente non esiste risparmio, atteso che lo stesso viene scaricato sugli ammortizzatori sociali cui le aziende locali sono costrette a ricorrere per i propri dipendenti grazie al sistema Consip.
Nell’incontro chiesto al dg Maglietta, infine, Confapi intende affrontare anche il tema del mantenimento di una funzione elevata dell’Ospedale di Matera, chiedendo il rilancio di un opportuno ciclo di investimenti. Negli ultimi tempi, infatti, il nosocomio materano attraversa una fase di declino e di ridimensionamento, con la pretesa di mantenere gli stessi servizi a costi ridotti attraverso tagli lineari.
In proposito, Confapi evidenzia che i provvedimenti sulla spending review violano il principio della tutela dell’affidamento, perché la Asm e le altre stazioni appaltanti applicano tagli del 10% anche ai contratti in corso, con il rischio di contenziosi per evidenti illegittimità e censure di costituzionalità.
“Sebbene non sia possibile tornare ai livelli di spesa pre-crisi – sottolinea Latorre – sono inammissibili le riduzioni unilaterali ai contratti ai corso. Chiediamo di poter almeno negoziare una riduzione dei prezzi, magari allungando il periodo contrattuale. È giusto che lo Stato non voglia fallire, ma non può pretendere che al suo posto falliscano le imprese”.