Sostenere il tessuto delle piccole e medie imprese nell’assumere manager per affrontare questa fase di grandi trasformazioni. È questa la proposta lanciata dai Giovani Imprenditori di Confapi al governo nazionale. Secondo un rapporto di Mediobanca, infatti, tra le imprese familiari italiane, il 72% è gestito direttamente dai membri della famiglia, mentre questa percentuale si riduce al 40% in Spagna, al 38% in Germania e al 41% in Francia.
“Tra tensioni geopolitiche e dirompenti salti tecnologici, – sostiene il Presidente nazionale dei Giovani di Confapi, Eustachio Papapietro – occorre maturare, oltre all’orientamento all’innovazione continua e ai rischi che ne derivano, anche grande capacità di adattamento, trasformazione e rinnovamento. Per riuscirci, il tessuto di Pmi che caratterizza il modello industriale italiano, deve incorporare management con competenze moderne e, per questo, anche e soprattutto giovane”.
Il nostro Paese ha un management tra i 2 e i 5 anni “più maturo” rispetto alla media europea che tende a rimanere ben oltre l’età pensionabile. E questo nonostante le aziende italiane siano mediamente di dimensioni minori rispetto a quelle dei Paesi vicini.
“Nello specifico, – continua Papapietro – per le Pmi a trazione esclusivamente familiare, soprattutto al Sud, occorre sostenere l’assunzione di manager esterni, mentre, in quelle già managerializzate, serve contaminare le leadership senior con quelle delle nuove generazioni. Cioè con giovani manager dotati di una maggiore capacità di lettura delle nuove tendenze, una maggiore attitudine all’innovazione e al rischio e, quindi, con una maggiore propensione al cambiamento. In tal senso chiediamo al Governo di mettere in campo un provvedimento specifico che punti a ridurre sensibilmente, almeno per i primi due anni, il cuneo fiscale per le assunzioni di dirigenti nelle piccole e medie imprese. Oggi, per garantire un compenso netto annuale di poco più di 50.000 euro a un dirigente, un’azienda sostiene un costo complessivo superiore ai 150.000 euro”.