Questa mattina il Presidente di Confapi Aniem, Giorgio Delpiano, è stato ascoltato in audizione presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato sul decreto Superbonus. “Occorre evidenziare – ha premesso il Presidente – come il Superbonus nelle ricostruzioni post sisma non debba essere equiparato in alcun modo al Superbonus ordinario. Nonostante l’impegno del governo e del commissario straordinario tale misura non potrà produrre i propri effetti se non verrà risolto l’annoso problema della cessione dei crediti. Su questo fondamentale aspetto, le criticità sono ancora tante. I plafond ottenuti, oltre ad essere esauriti, sono stati concessi dalle banche senza una logica, talvolta a imprese senza neanche un contratto di ricostruzione post sisma, penalizzando quindi tante imprese esecutrici con contratti e lavori iniziati”.
Confapi ha ricordato che “si sono susseguiti oltre 30 provvedimenti nel tentativo di correggere e governare l’impatto di una misura che certamente ha creato criticità e squilibri nella finanza pubblica. Tuttavia ora la priorità è governare la fase finale applicativa dei bonus garantendo certezze a operatori e cittadini. Queste iniziative sono nate sulla fiducia in leggi dello Stato a cominciare dalla consapevolezza che lo sconto in fattura fosse stato prorogato fino al 2025 nelle aree interessate per la ricostruzione post sisma”.
Tra le criticità evidenziate durante l’audizione quelle relative ai lavori condominiali. Il provvedimento, infatti, penalizza i lavori avviati sulla base di una Cilas presentata entro il 16 febbraio 2023, ma che non hanno ancora effettuato pagamenti fatturati e, pertanto, con l’attuale formulazione non potranno più accedere alla cessione del credito. Saranno inoltre coinvolti i condomini che hanno deliberato i lavori, sottoscritto contratti, ma senza ancora avere opere fatturate in cantiere.
Tra le proposte emendative al decreto avanzate da Delpiano la richiesta di garantire coperture finanziarie sufficienti per la realizzazione dei lavori di ricostruzione nelle aree sismiche per l’intero arco temporale 2024-2025. Inoltre sarebbe importante riaprire i termini per la remissione in bonis consentendo una deroga, almeno, fino al 15 giugno per la comunicazione all’Agenzia delle entrate. Infine bisognerebbe eliminare le limitazioni introdotte che consentono l’accesso solo ai lavori già effettuati e oggetto di fatturazione e, per farlo, occorrerebbe dare la possibilità di emettere fattura entro i termini della conversione in legge del decreto o entro il 30 aprile 2024
“È inaccettabile e giuridicamente inammissibile – ha concluso il Presidente di Confapi Aniem – la modifica retroattiva di condizioni sulla base delle quali sono stati assunti impegni e intraprese iniziative economiche”.