“Il giudizio complessivo di Confapi sull’Accordo di programma è favorevole, non fosse altro perché si tratta di uno strumento che stiamo attendendo da anni. Abbiamo qualche riserva, invece, riguardo ai tempi di attuazione dell’Accordo e soprattutto sui contenuti dello stesso”.
Il direttore di Confapi Matera, Pasquale Latorre, esterna il pensiero dell’Associazione sull’Accordo di programma firmato oggi a Roma dalla Regione, dal Ministero dello Sviluppo Economico e da Invitalia, dopo un estenuante percorso fatto di riunioni e di tavoli di concertazione.
“Innanzitutto – spiega – auspichiamo che l’attuazione pratica dell’intesa istituzionale sia più rapida rispetto ai tempi occorsi per la sua sottoscrizione. Ma soprattutto intendiamo esprimerci sulle possibili ricadute sulle imprese locali delle due parti di cui si compone il documento”.
“Diamo merito alla Regione per il metodo adottato, che riconosce il ruolo delle parti economiche e sociali e che andrebbe riproposto per altri strumenti, come per esempio l’accordo sulla Valbasento. Tuttavia esprimiamo riserve sulla prima parte dell’Accordo di programma, quella che riguarda il consolidamento delle imprese del mobile imbottito”.
“Secondo Confapi, infatti, l’AdP porterà vantaggi solo alle grandi imprese leader del settore, le uniche in questo periodo a poter investire in nuove tecnologie. Le piccole imprese della filiera, invece, non ne trarranno grandi benefici, se non per la parte che riguarda la riqualificazione del personale”.
“La seconda parte dell’Accordo, invece, è quella più interessante perché riguarda nuovi investimenti industriali, con progetti già esistenti e soprattutto con investimenti già avviati, perché in molti casi si tratta di iniziative collocate utilmente nelle graduatorie di bandi regionali, ma non finanziate per mancanza di fondi”.
Su circa 25 manifestazioni di interesse presentate alla Regione, ben 16 sono quelle raccolte da Confapi, pochissime nel settore del mobile imbottito e quasi tutte di altri settori industriali: dalla plastica alla meccanica, dai prefabbricati in cemento all’agroalimentare. Questa è la dimostrazione che il tessuto imprenditoriale locale è ancora sano e che sta tornando la voglia di investire.
Confapi ricorda che il Protocollo Scajola, partito nel 2006 solo per l’area murgiana e solo per le aziende del salotto, è stato modificato negli anni per essere adattato alle mutate condizioni di mercato. I salottifici oggi, più che investire, hanno problemi di mercato mentre, al contrario, interi settori industriali avvertono la necessità di innovare e ammodernare gli impianti. Per questo motivo oggi l’Accordo di Programma è stato esteso anche ad altri comuni della provincia di Matera e ad altri settori oltre al mobile imbottito.