Mec.Line e Nias tra le imprese più performanti a livello gestionale, affidabili finanziariamente e sostenibili del Sud Italia.

De Salvo: bisogna puntare di più sulla piccola e media impresa locale

Oggi a Bari due aziende aderenti a Confapi Matera saranno insignite del premio Industria Felix, riconosciuto alle imprese più performanti a livello gestionale, affidabili finanziariamente e sostenibili del Sud Italia. 90 Imprese in totale, tra cui spiccano appunto le due aderenti a Confapi: MecLine Srl e Nias Spa.

Mec.Line, ubicata nell’area industriale di Jesce a Matera, è guidata da Dionisio Baldassarra e opera nel comparto del mobile imbottito producendo dal 1959 reti metalliche e meccanici pieghevoli di alta gamma per divani letto. Nias Spa, amministrata da Nicola Sardone, produce con il marchio Sardone Home divani di fascia alta.

Dall’indagine realizzata dal trimestrale di economia e finanza in supplemento con il Sole 24 Ore e Cerved, Industria Felix Magazine, sui bilanci delle imprese, emerge che in Basilicata il 92,4% delle aziende fa utili, l’anno scorso erano l’89,7%.

Il caso vuole che sia Mec.Line che Nias facciano parte di un comparto, quello del mobile imbottito, che sta attraversando un periodo particolare cui si aggiungono le preoccupazioni che derivano dai dazi americani, a dimostrazione che l’innovazione, la ricerca, la qualità e il design, fanno premio sulle tensioni internazionali e contano, grazie ai prodotti di alta gamma, di limitare l’impatto dei dazi.

“Registriamo ancora casi di eccellenza fra le nostre Pmi – commenta il Presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo – che continuano a mietere successi sia in Italia che all’estero. Questa è l’ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che le nostre istituzioni devono puntare maggiormente sulla piccola e media impresa locale, l’unica davvero motivata e determinata a investire per restare sul territorio dando occupazione stabili e non precaria”. “Le nostre imprese – prosegue il Presidente De Salvo – si distinguono ormai in tutti i mercati, sopravvivono alle crisi e hanno gli stessi dipendenti dall’assunzione alla pensione. Eppure, quando si discute sui tavoli di politica industriale si continua a dare credito alle multinazionali che sopravvivono solo grazie agli aiuti pubblici, sirene di cui la politica dovrebbe essere ormai disillusa”.