“Serve un cambio di rotta immediato nel Green Deal europeo che si basi su pragmatismo e sostenibilità economica oltre che ambientale. Non è possibile continuare a penalizzare le PMI industriali europee con regole rigide e gravose anche in termini economici. Gli aumenti energetici delle ultime settimane così come quelli delle materie prime rischiano di avere effetti molto pesanti sulle nostre aziende e sono correlati all’agenda verde Europea. Con le conseguenze di un dannoso e ingiustificato vantaggio competitivo ai Paesi asiatici che stanno andando in una direzione esattamente opposta”. Lo dichiara il Presidente di Confapi, Cristian Camisa. “Occorre quindi – spiega – un ripensamento complessivo del green deal: la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con quella economica. La Cina sta invadendo l’Europa con i suoi prodotti e la sta giorno per giorno sempre più impoverendo. Vi sono settori come quello dell’acciaio dove i giganti asiatici hanno in questa fase giganteschi surplus produttivi che stanno dirottando verso l’Europa destabilizzando un settore fondamentale che rischia nel giro di pochi anni, se non ci saranno interventi forti, di essere pesantemente ridimensionato se non addirittura sparire”.
Per Camisa ” i costi di produzione dei Paesi orientali sono molto più bassi anche a causa della politica verde Europea che comporta costi estremamente significativi per le nostre aziende e aiuta i giganti asiatici a rendere le nostre aziende ancora meno competitive. Se non ci saranno aziende competitive in Europa nel prossimo futuro nessuna transizione sarà possibile. L’Europa deve ripensare alle priorità strategiche”.
“L’Europa – conclude il Presidente di Confapi – deve finalmente dimostrare di essere un’unione economica e politica di Paesi dove l’interesse comune prevale sugli specifici interessi del singolo Paese. Occorre mettere in agenda Europea nelle priorità incentivi straordinariamente importanti per un reshoring Europeo delle produzione nelle filiere strategiche e dazi importanti a quei Paesi che non adottano quelle politiche di sicurezza dei prodotti e del lavoro e delle politiche ambientali e che rendono le nostre aziende fuori mercato in termini di costi di produzione. Non c’è più tempo: noi siamo pronti a dare il nostro contributo”.